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INTESA SANPAOLO – ACCELERA CON VIAGGIACONME

Volantino

Volantino

Chi ha superato i 50 anni ricorderà quelle calamite che si piazzavano sul cruscotto delle auto con la foto dei figli e con la scritta “non correre papà”.  Era un monito affettuoso il cui scopo era quello di evitare che i tanti papà al volante (le donne che lavoravano erano in minoranza e ancor di più quelle che guidavano) corressero dietro al loro lavoro rischiando, come spesso accadeva, la vita.

L’attuale management di Intesa Sanpaolo, evidentemente, ha meno di 50 anni, non ricorda quelle calamite.

Sarà per questa mancanza di memoria che ha inventato “accelera con ViaggiaConMe”. Una iniziativa valida da ottobre 2014 fino alla fine dell’anno. Per ogni polizza di questo tipo venduta i colleghi riceveranno 10 (DIECI) euro, purchè l’intera filiale di appartenenza abbia raggiunto almeno il 60% del budget assegnato. Il premio aumenta fino a 20 euro se la vendita “accelera” nel periodo considerato.

Una gara contro il tempo e contro i colleghi. Un po’ come i moderni centurioni all’esterno del Colosseo che si contendono i turisti per una foto. Chi più ne fa più soldi porta a casa.

Insomma nel 2015 (quasi) il gruppo Intesa Sanpaolo, all’avanguardia nel settore, ha riscoperto il cottimo. Nel caso di specie il “cottimo misto collettivo” che si ha quando il compenso costituisce una integrazione della retribuzione normale e la cui determinazione è valutata tenendo conto del rendimento di un gruppo di lavoratori. Fa sorridere, inoltre, la previsione normativa secondo la quale è prevista l’esclusione dall’erogazione del premio in caso di provvedimento disciplinare di sospensione dal servizio. Ovvero il collega “cattivo”, novello De Coubertin, parteciperebbe alla gara per puro spirito olimpico.

Speriamo che i colleghi tutti rinuncino sul nascere a questa elemosina da quattro soldi (è proprio il caso di dire) ed evitino ulteriori divisioni tra di loro. Non possiamo non sottolineare, infine, l’assoluto silenzio al riguardo delle organizzazioni sindacali firmatutto.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo Intesa Sanpaolo

INTESA SANPAOLO – OCCHIO ALLA PRIVACY

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUBSALLCA

Un recente ritorno di fiamma aziendale per richiamare al rispetto delle norme introdotte dal Garante della privacy sta creando dubbi e timori tra i lavoratori.

In buona sostanza, il Garante sottolinea che ogni messaggio che interroga rapporti bancari (anche un banale estratto conto) ed assume informazioni deve essere finalizzato all’attività lavorativa e non a soddisfare mera curiosità (es. indagare sulla situazione patrimoniale di un personaggio famoso o di un conoscente).

Tutto questo richiede una certa attenzione da parte dei lavoratori, tanto più che l’azienda ha provveduto ad aumentare la carica ansiogena sul tema, ricordando che la mancata applicazione delle direttive può dare origine a sanzioni.

Su questo punto va chiarito che eventuali contestazioni disciplinari devono avere sempre un requisito fondamentale, cioè la tempestività. Non può quindi divenire oggetto di sanzione una richiesta aziendale di giustificare un messaggio di informativa effettuato mesi indietro.

Vale sempre la nostra indicazione, in caso di contestazioni, di non mettere mai nulla in forma scritta e di contattarci immediatamente.

Soprattutto si deve fare attenzione alle verifiche che vengono fatte dall’Audit prima che vengano formalizzate delle contestazioni.

In questi casi viene chiesto di firmare le dichiarazioni rese verbalmente o di metterle per scritto. Questa richiesta va rifiutata nel modo più assoluto, perchè potrà poi essere utilizzata per comminare sanzioni disciplinari.

Invitiamo i colleghi a rispondere alle domande dell’Audit solo verbalmente ed a rifiutare qualsiasi comunicazione scritta fino a quando non viene formalizzata un’eventuale procedura disciplinare, alla quale consigliamo di rispondere, entro 5 giorni, limitandosi a chiedere di essere sentiti con la presenza di un rappresentante sindacale, che può essere un rappresentante della CubSallca.

Recenti comunicati degli Uffici Controlli di Area hanno creato apprensioni rispetto all’effettuazione di Crif non sfociati in pratiche di finanziamento e rispetto a messaggi in circolarità su conti di altre filiali: In particolare è stato contestato l’uso del messaggio “prele” o “versa” per verificare la consistenza di conti su cui non sono state effettuate operazioni.

Rispetto al primo punto, ricordiamo che il Crif può essere effettuato solo dopo aver raccolto la firma di autorizzazione del cliente.

Rispetto alla circolarità, suggeriamo, di fronte a richieste verbali di clienti di altre filiali di verificare la loro situazione, di usare il messaggio “limov” per fare il saldo e di tenerne copia firmata dal cliente e fotocopia del documento.

Ma la casistica di operazioni “problematiche” è davvero smisurata.

Facciamo qualche esempio:

Un cliente presenta portafoglio o anticipo fatture. E’ ordinaria amministrazione controllare quanto possibile sui nominativi presentati per verificare che siano solvibili: messaggi afn1, nj00, ecam.

Un non cliente presenta una richiesta per credito personale. Si verifica l’esistenza in ecam della partita iva del datore di lavoro.

Un cliente viene per aprire un conto ma troviamo notizie negative in afn1 o ecam e decidiamo di non procedere. Se non schedato avrà firmato la privacy in fase di schedatura, ma se già schedato, invece, non abbiamo alcun documento che possa dimostrare che quel giorno era seduto davanti a noi. Non facciamo più i controlli pre-apertura!?

Troppo facile per l’azienda cercare di scaricare sui lavoratori ogni responsabilità e per questo abbiamo scritto direttamente al Ceo, Carlo Messina, per chiedere chiarezza e tutelare i colleghi.

In attesa di auspicabili risposte, in caso di contestazioni rimandiamo ai punti di cui sopra:non mettere mai nulla per scritto e contattarci immediatamente.

14 NOVEMBRE: SCIOPERO GENERALE

newlokIl governo Renzi prosegue le politiche devastanti dei governi precedenti, applicando al nostro paese le ricette consigliate dalla BCE e dalla Commissione Europea. Sia la legge di stabilità che le misure sul mercato del lavoro ribadiscono la continuità con le scelte precedenti: attacco ai diritti per i lavoratori già occupati, precarietà e disoccupazione per quelli senza lavoro.
Dall’inizio della crisi sono stati persi 2 milioni di posti di lavoro, la produzione industriale è scesa del 25% ed il prodotto interno lordo del 10%, la disoccupazione giovanile sfiora il 45% ed aumenta il tasso di povertà. Chiediamo una svolta immediata nelle scelte strategiche di politica economica: bisogna ricostruire un apparato produttivo sostenibile, ricreare milioni di posti di lavoro stabili, riattivare una domanda adeguata. Bisogna riattivare una crescita sana, con più produzione e meno finanza.
Non sarà il Jobs Act a realizzare questo cambiamento: da lì può venire soltanto un colpo ulteriore alla tenuta occupazionale, sia quantitativa che qualitativa. Abolire l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori permetterebbe alle aziende di licenziare di più ad personam, modificare l’art. 4 sui controlli a distanza consentirebbe al datore di lavoro un controllo più forte sulla prestazione lavorativa, ritoccare l’art. 13 sui demansionamenti significherebbe accettare l’arretramento delle condizioni lavorative e professionali.
Quest’ultima misura sembra stare particolarmente a cuore all’ABI: le spianerebbe la strada per svuotare l’attuale normativa degli inquadramenti nel settore bancario, sostituendola con una struttura piatta, con paghe di posto (revocabili) ed incentivi legati ai risultati. Nella trattativa sul CCNL si è già costituita una commissione che lavori su questo.
Anche sul capitolo assunzioni, il Jobs Act promette bene: il contratto a tutele crescenti, l’azzeramento dei contributi nei primi tre anni, la prospettiva di un periodo di prova dilatato per anni, consentirebbe alle banche una forte riduzione dei costi, anche rispetto all’attuale apprendistato. Si parla di un ulteriore abbattimento del salario d’ingresso rispetto alle tabelle retributive. Un paradiso per i tagliatori di costi.
Nel settore assicurativo la tornata contrattuale si preannuncia ugualmente pesante. Nel settore esattoriale vige ancora il blocco dei contratti imperante per tutto il settore pubblico.
Occorre fermare questa deriva deleteria per i diritti del lavoro e per la democrazia.
Anche nei nostri settori è necessario dare una risposta forte ai progetti aziendali e governativi. Per questo la CUB-SALLCA sostiene lo sciopero generale e invita tutti i lavoratori e lavoratrici dei nostri settori a scioperare.
Lo sciopero del sindacalismo di base è stato regolarmente indetto, come sempre, nel rispetto delle normative di legge, anche per i nostri settori, per l’intera giornata di VENERDI’ 14 NOVEMBRE con manifestazioni nelle principali città.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni

INTESA SANPAOLO – LECOIP: ALCUNE AVVERTENZE PRIMA DI DECIDERE

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB-SALLCA
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Il 6 ottobre è partito in Intesa Sanpaolo il piano di azionariato diffuso, cui occorre dare adesione entro venerdì 17 ottobre (in ogni caso vale il silenzio-assenso). Dopo aver aderito al piano, si può accedere (entro il 31/10) anche al LECOIP, il programma  per assegnare, su base volontaria, azioni aggiuntive, data di scadenza aprile  2018, con la garanzia del capitale netto  e la possibilità di godere del 75% dell’apprezzamento del titolo,  in base alla media delle quotazioni di borsa rilevate mensilmente. Rimandiamo i dettagli tecnici alle numerose guide che i sindacati firmatari hanno predisposto per pubblicizzare, con più o meno enfasi, l’adesione al piano. Noi abbiamo scelto di mettere a disposizione degli iscritti la più “critica”(anche rispetto alla sua stessa sigla), quella della FALCRI  della Toscana, a nostro giudizio la più utile, pur non esaustiva. Ricordiamo anche che è possibile, entro il 15 novembre,  recedere da parte di chi ha già aderito.     (altro…)

CARIGE – ACCORDO TRA (POCHE) LUCI E (MOLTE) OMBRE

BANCA DANNEGGIATA DAI MANIFESTANTIAvevamo manifestato, nei precedenti comunicati, le nostre preoccupazioni per le trattative che erano state intavolate sul piano industriale.
Il contesto era e rimane quello di una banca devastata dai suoi top manager che vorrebbe far pagare il conto dei disastri agli incolpevoli lavoratori.
I sindacati aziendali, reduci da anni di politiche concertative, avevano minacciato mobilitazioni e proteste che non ci sono state ed hanno concluso un accordo che, a quanto pare, non porteranno in assemblea ai lavoratori per essere approvato. Quanto è stato firmato, insomma, andrebbe preso senza discussioni e senza confrontarsi.
L’accordo, come recita il titolo, va valutato in modo articolato.
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UNICREDIT – OPZIONE PER UNA TANTUM EX VAP


DA CUB SALLCA GRUPPO UNICREDIT

Ricordiamo che entro il 31 ottobre 2014 può essere fatta valere l'opzione di accredito in busta paga dell'una tantum (erogata in sostituzione del Vap 2013).

In caso di mancata scelta, in automatico scatterà l'accredito sul conto Welfare.
L'opzione dell'accredito in busta paga, sebbene determini l'erogazione di un importo più basso (840 Euro lordi, riproporzionato per i contratti a part time), non è necessariamente sconveniente, soprattutto per chi non ha l'opportunità di sfruttare il conto Welfare. 
Va tenuto presente, infatti, che:
  • Chi ha un reddito inferiore ai 40.000 Euro lordi (basta verificare il Cud) potrà godere di unatassazione agevolata al 10%.
  • Al contrario, alcune spese rimborsate con il conto Welfare (ad es. rette scolastiche) non potranno poi essere portate in detrazione.
  • Chi sceglie il conto Welfare rinuncia al versamento aziendale della contribuzione aziendale all'Inps (circa il 24% sulla cifra erogata).
  • Infine, le somme non utilizzate sul conto Welfare verranno versate nei fondi pensione integrativi a capitalizzazione individuale, quindi non in quelli a prestazione definita.    

TANTO I BANCARI SONO TUTELATI ED A LORO NON SUCCEDE

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA

Spesso tra i lavoratori di banche e assicurazioni si ritiene che gli scioperi più importanti siano quelli aziendali, poi vengono quelli di categoria e ultimi gli scioperi generali, considerati una perdita di tempo inutile.
Dobbiamo, invece, ricordarci che gli effetti delle politiche generali impattano, da sempre, anche sulla vita lavorativa quotidiana e sulle normative di categoria ed oggi questo è ancora più evidente. Il recente decreto, denominato Jobs Act, sul quale abbiamo già scritto, è molto fumoso e lascia le mani libere al governo su molte materie, ma alcuni punti sono sufficientemente chiari.
Uno di questi, il demansionamento con contestuale riduzione di stipendio, è richiesto con forza dall’Abi, come si può leggere nell’articolo uscito a suo tempo .
Il 14 novembre, per l’intera giornata, tutto il sindacalismo di base ha indetto lo sciopero generale per cambiare le politiche dell’attuale governo  

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BNP PARIBAS – COME VOLEVASI DIMOSTRARE, PARTE IL CONSORZIO E SONO ALTRI A LAVORARE!

Bnl

Nemmeno il tempo di alzare la serranda consortile e via!  Parte un pezzo di lavoro!
Un pezzo importante, ovvero le attività di entrata in relazione  persone fisiche, persone giuridiche (parte retail) e Private, che oltretutto non ci risultano appaltabili ai sensi dell’attuale art. 3 del CCNL 2012, attività ora rispettivamente lavorate dalle U.P di Firenze e di Milano (recentemente  trasferite da Bologna).

Con la scusa del picco di lavoro, determinato dalla normativa FATCA (operativa dal 1° luglio 2014 in Italia e nota ben prima essendo stata emanata nel 2012 all’indomani dello scandalo Credit Suisse) si è attivato un pericoloso appalto, senza data di rientro, di attività “non appaltabili”!!!
Nel dire “No al Consorzio”, organizzando in solitudine da marzo 2014 quattro manifestazioni con presidio, uno sciopero a maggio e almeno una ventina di volantinaggi davanti e dentro le sedi di Milano e Roma, avevamo detto che l’assenza di spiegazioni, di motivazioni chiare e reali, nel progetto concernente la nascente newco Business Partner Italia non poteva che essere letta come la volontà di creare una nuova opportunità per tagliare i costi e ridurre il personale, dividendo ulteriormente i lavoratori e le lavoratrici.

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UNICREDIT – MA TU VULIVE ‘A PIZZA

Siamo ormai abituati a vedere ogni autunno rivolgimenti (o stravolgimenti) nell’organizzazione del lavoro. Ogni cambiamento viene presentato come una “rivoluzione culturale” che ci renderà nuovi e migliori: verrebbe da domandarsi a questo punto a cosa siano serviti i cambiamenti dell’anno prima, e la sensazione è che chi li gestisce o concepisce non abbia le idee troppo chiare o vada per tentativi. Ma tant’è, non bisogna disturbare il manovratore.

Quest’anno, tralasciando la consueta “rivoluzione copernicana” che si traduce nel solito disagio e confusione nei lavoratori e nella clientela, oltre che in ulteriori danni alla qualità del servizio su cui torneremo a breve, la novità è l’istituzionalizzazione di una tradizione che, dalle scuole elementari in avanti, accompagna ogni organizzazione sull’italico suolo, ovvero la “pizza di gruppo”.      (altro…)

CCNL DEL CREDITO, UN PRIMO PASSO AVANTI DA CHIARIRE

CCNL-ABI-2012.001

contiProroga  CCNL

DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA

La trattativa sul contratto del credito si era bloccata, tra le altre cose, sul problema della mancata “tabellizzazione” dell’EDR (Elemento Distinto della Retribuzione),  cioè gli aumenti dell’ultimo contratto che non erano ancora entrati nella paga base e che non producevano effetti su TFR e altre voci aziendali, tra cui la previdenza integrativa.

La tabellizzazione sarebbe dovuta avvenire il 1 luglio 2014.
Non avevamo dubbi che la formulazione ambigua nell’ultimo contratto avrebbe consentito all’Abi di provare a non rispettare gli impegni, tanto è vero che l’inserimento dell’EDR nella paga base era uno dei primi punti della nostra piattaforma.

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