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PIATTAFORMA C.C.N.L.: SI APRE IL NEGOZIATO, ALZIAMO L’ATTENZIONE

Si è tenuto il primo incontro tra le parti per avviare la trattativa sul rinnovo contrattuale.

E’ stato definito il calendario e si sono registrate le dichiarazioni di rito.

E’ il primo rinnovo di CCNL dopo l’introduzione del bail-in e l’esplodere della crisi che ha portato alla liquidazione di importanti banche italiane, con ricadute serie sulla finanza pubblica.

L’impatto occupazionale è stato pesante e gli ammortizzatori utilizzati hanno avuto anche un costo sociale notevole.

Le banche hanno ripulito i bilanci dai crediti deteriorati, distribuito dividendi (anche quando sarebbe stato sconsigliato) e tagliato i costi del personale.

Sebbene permangano casi critici irrisolti, è giunta l’ora di redistribuire i profitti e quindi aprire la vertenza per conquistare gli obiettivi.

Avevamo tracciato una nostra piattaforma, che continuerà ad essere per noi il filtro attraverso cui valutare i risultati.

La priorità è tenere alta l’attenzione verso tutto ciò che viene deciso sulle nostre teste: mai abbassare la guardia mentre si svolge la trattativa!

 

LEGGI IL NOSTRO VOLANTINO ALLEGATO: 

 

UBI: SMETTIAMOLA DI REGALARE LAVORO GRATUITO ALL’AZIENDA:

O LO STRAORDINARIO VIENE RICONOSCIUTO E COMPENSATO,

OPPURE SI ESCE IN ORARIO E SI VA A CASA

La questione degli straordinari non riconosciuti e non compensati si arricchisce di una nuova puntata.

Ubi Banca da qualche tempo si sta ‘’rifacendo il trucco’’ con l’avvio delle ristrutturazioni delle filiali, sempre più smart, accattivanti e possibilmente con sempre meno cassieri (ops scusate CONSULENTI!!).

Luoghi dove la privacy per i clienti e lavoratori è diventata un optional: i primi, costretti in un ambiente open-space, si ritrovano a discutere con l’operatore dei loro affari lasciando che tutti possano tranquillamente ascoltare come al bar; i secondi, con l’eliminazione delle bussole dotate di metal detector, monitorati h24 da telecamere che puntano ovunque con un controllo da remoto.

In queste realtà si sta consumando la farsa degli accordi per il contenimento dei costi (sempre per gli stessi, chiaro) legati all’orario di lavoro.

E’ noto ormai da anni a tutti i colleghi che, di fatto, gli straordinari non vengono più riconosciuti, ma in questo caso si supera ogni limite di decenza.

L’accordo, anche comprensibile e accettabile in un contesto di crisi, rimane tuttora in vigore nonostante il peggio sia passato e anzi UBI Banca non perda giorno per vantarsi, con tutti gli stakeholders, di essere un’azienda solida da tutti i punti di vista: patrimoniale, economico, di reputazione ecc. ecc. Peraltro l’accordo dice che gli straordinari non devono essere fatti, non che si deve lavorare gratis oltre l’orario!!

Veniamo al punto della questione che ha ispirato questo comunicato.

In queste nuove filiali stanno installando i cosiddetti ATM evoluti e CSA, veri e propri cassieri in metallo, che purtroppo (o per fortuna) per ora non sono ancora del tutto autonomi e di conseguenza il cassiere deve svuotarli dei versamenti effettuati dalla clientela (cash in) e successivamente caricare le banconote per i prelievi bancomat (cash out), oppure effettuare una rimessa di contanti per rimanere all’interno dei massimali assegnati.

Fin qui nessun problema se non fosse per il fatto che ai colleghi addetti vengono richieste facoltà nell’esecuzione che farebbero imbarazzare persino Superman…perché? Sempre per questioni legate alla sicurezza, queste avveniristiche macchine si possono aprire solo ed esclusivamente non prima delle 16.45, senza possibilità di deroga alcuna.

Ricordiamo che l’orario di uscita dalla filiale è fissato INDEROGABILMENTE  alle 16.50.

Ora in queste condizioni è materialmente impossibile per qualsiasi essere umano, benché a volte i bancari ci facciano dubitare dell’appartenenza a questa categoria, svolgere tutte le incombenze con precisione, attenzione e diligenza in soli 5 minuti; se va bene e non ci sono intoppi, ne servono almeno 20, anche per i più svelti.

Ormai non ci stupiamo più del fatto che i sindacati firmatari non muovano un dito per denunciare questa che è, ad ogni evidenza, una palese ammissione di lavoro gratuito!!!

Per questo abbiamo scritto all’azienda chiedendo di modificare l’orario di  apertura dei mezzi forti in modo da garantire, da un lato la sicurezza della filiale rispetto alla eventualità che si verifichino eventi criminosi, ma dall’altro lato che venga riconosciuta la possibilità di poter uscire dalla filiale in orario senza dover regalare tempo prezioso alla banca.

Sappiamo che il fenomeno dello straordinario non retribuito o non compensato riguarda ormai quasi tutti i colleghi, che svolgono i ruoli più disparati, ciononostante vogliamo lasciare un messaggio di speranza a tutti coloro che non ci stanno a fare della inutile beneficenza alle banche e che possono trovare nel nostro sindacato una forza libera e indipendente, disposta anche al confronto duro con la controparte pur di non tradire il mandato  che dovrebbe muovere l’agire di ogni sindacalista che si rispetti e cioè la difesa del diritti dei lavoratori.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Ubi Banca

Intesa Sanpaolo. Pressioni commerciali, dalla prosa alla poesia

Ci è capitato spesso di commentare interventi pesanti, al limite dell’offensivo (ed anche oltre) per spingere i lavoratori a raggiungere risultati commerciali.

Questa volta commentiamo un messaggio, inviato da uno specialista tutela, che si segnala per la sua ipocrisia.. Si arriva a rivendicare un presunto “compito culturale e sociale” che si estrinseca nel fatto che “devi decidere TU per il tuo cliente”. Il seguito del ragionamento è davvero forzato e subdolo, se vogliamo anche un po’ iettatore (guarda cosa potrebbe succedergli e tu non l’hai convinto a fare la polizza).

Diciamo che non finiscono mai di stupirci per la fervida fantasia con cui inventano messaggi “motivanti”. Aggiungiamo che neppure il miraggio (che spesso resterà tale) del premio di 16.000 euro, previsto per gli specialisti tutela, può giustificare l’invio di queste nefandezze.

Noi continuiamo a pensare che i lavoratori non debbano decidere per altri, ma debbano spiegare in maniera completa e professionale i prodotti che vengono proposti ai clienti. E’ l’unico modo per alzarsi al mattino e guardarsi allo specchio senza crisi convulsive.

CUB-SALLCA Intesa Sanpaolo

 

Ecco il messaggio che abbiamo commentato:

Buongiorno a tutti ,

in allegato una poesia che ci riguarda e che credo sia un ottimo punto di riflessione e credo anche di PARTENZA .

PER RIUSCIRE A FARE CONSULENZA devi decidere TU per il tuo cliente: ecco come …

Naturalmente la psicologia ci ha spiegato che le persone non decidono per paura di commettere errori.

Provate a dirlo a chi ha temporeggiato durante la chiusura di una trattativa sull’acquisto dell’antifurto della casa e ha subito una rapina con sparatoria dove hanno perso la vita moglie e figli.

Provate a dirlo a dire a chi ha temporeggiato sull’acquisto del rilevatore antifumo ed è scoppiato l’incendio, dell’assicurazione sulla vita e sono morti lasciando la famiglia sul lastrico, della consulenza sulla Vendita Relazionale e la loro azienda adesso è in banca rotta.

Ma anche senza andare nel tragico, ci sono mille esempi che dimostrano come DECIDERE DI NON DECIDERE non solo si dimostra sbagliato nel tempo, ma spesso anche SBAGLIATO A PRIORI.

Ecco il limite umano più grande: pur di evitare il rischio di sbagliare si sceglie di sbagliare con sicurezza. (L’ho sempre detto io che la sicurezza è proprio una brutta bestia..).

Ecco perché con i nostri prodotti assicurativi abbiamo un grandissimo compito Culturale e sociale . Partiamo da questa domanda:

Quanta responsabilità abbiamo nell’indecisione dei nostri clienti?

Se vuoi aiutare il tuo cliente a decidere e chiudere una trattativa, concentrati sul fargli capire una cosa, prima del prodotto, del servizio, del prezzo e di tutti le altre informazioni che gli serviranno a prendere una decisione: fagli capire che TU SEI IL SUO UOMO.

la cosa più importante è il concetto: prima la relazione, poi la vendita.

Il cliente fa fatica a decidere perché il gestore pone queste domande

  • Quali sono le tue esigenze?
  • Ti presento il mio prodotto?
  • Vorresti acquistarlo?
  • Hai delle obiezioni?
  • Come vuoi pagarlo?

Forse cambieranno un po’ le parole, ma la sostanza è questa.

il cliente è costretto a prendere una decisione sul prodotto PRIMA di aver preso una decisione su DI TE.

e se invece cominciassimo cosi’…..

  1. Quali problemi hai che posso risolverti?
  2. Vuoi sapere cosa posso fare per te GRATIS?

Dare in modo incondizionato fa in modo che la relazione venga prima della trattativa di vendita

Se porti il cliente a fidarsi di te, potrai vendere con facilità e il cliente saprà prendere decisioni alla velocità della luce.

Ecco alcuni consigli veloci per guadagnare da subito la fiducia del cliente:

  1. Trasmetti un obiettivo ‘sano’ e privo di conflitti di interessi, che riguardi sia te che il cliente
  2. Usa le testimonianze
  3. Usa una Garanzia

L’obiettivo della nostra banca ….quello di BANCA ASSICURAZIONE deve essere quello di CREARE un Modello di Vendita che funziona, NON avere GESTORI CHE VENDONO

Solo lavorando in modo OMOGENEO ad un obiettivo comune il nostro modello di banca assicurazione inizierà a crescere .

INTESA SANPAOLO: UN ALTRO SCHIAFFO ALLA DEMOCRAZIA

 

Come spieghiamo meglio nel comunicato allegato,

azienda e vertici dei sindacati “firmatari” hanno concordato che, dal 2019, per presentare liste di candidature alternative a quelle di Fisac-Fabi-First-Uilca-Unisin per le elezioni dei “rappresentanti” delle lavoratrici e dei lavoratori negli Enti del Welfare (previdenziali, sanitari) occorre raccogliere non più il 3% ma il 5% delle firme degli aventi diritto al voto.

Si tratta di una percentuale assurda (che non ha pari nel mondo politico e sindacale) che annienta quasi del tutto la possibilità di rendere effettive le previsioni statutarie.
In fondo ci fanno un grande complimento perché dimostrano quanto in questi anni la presenza di eletti indipendenti o del sindacalismo di base abbia dato fastidio ai manovratori.
E poi non c’è da stupirsi. Continuiamo ad essere una delle poche categorie dove i sindacalisti non sono mai stati eletti dall’insieme dei lavoratori. E dove gli accordi ormai vengono firmati sotto dettatura aziendale. Le assemblee non ci sono praticamente più (si tratta di un diritto dei lavoratori che è stato letteralmente scippato con un regalo all’azienda di centinaia di migliaia di ore di lavoro all’anno) e comunque, stante le nuove regole sulla rappresentanza, non hanno più alcun potere decisionale.

Nel volantino leggerete anche che, seppure con grande rabbia, abbiamo deciso di non partecipare alle prossime elezioni dei Fondo Pensione di Gruppo.
Probabilmente, anche questa volta (come sempre è avvenuto) ce l’avremmo fatta a raccogliere il numero di firme necessario. Forse.
Ma una cosa è sicura. Per raggiungere lo scopo i nostri quadri (privi, ricordiamo, di qualsivoglia agibilità sindacale) avrebbero dovuto concentrarsi esclusivamente su quello per oltre un mese e poi nuovamente, per pari tempo, in occasione del voto.

E’ una scelta che non ci siamo sentiti di fare anche in considerazione dal fatto che, in questi quasi vent’anni di presenza negli Enti, crediamo di essere riusciti a raggiungere gran parte degli obiettivi che ci eravamo inizialmente dati, tenendo conto ovviamente del potere assoluto di ultima istanza delle cosiddette “fonti istitutive” (sempre l’azienda e i sindacati di regime) che travalica gli stessi consigli di amministrazione.

Restiamo un sindacato di base che continua a vivere solo sulla faticosa militanza dei suoi quadri e grazie all’appoggio delle/dei proprie/i iscritte/i.
Per noi c’è tanto da fare nella tutela delle/dei colleghe/i sul posto di lavoro. Diamo la priorità all’attività sindacale quotidiana.

E per quanto riguarda il Welfare, il patrimonio di conoscenze accumulate nel tempo ci consentirà comunque di dare il nostro pieno supporto alle lavoratrici ed ai lavoratori che si rivolgeranno a noi.

 

CUB-SALLCA Intesa Sanpaolo

 

 

Intesa Sanpaolo. Il grande teti

 

Quasi tutti i colleghi saranno stati sorpresi nel vedere la mail in cui l’azienda ci comunicava la necessita’ di compilare il questionario “Teti” (che non si sa perche’ si chiami cosi’) sulle proprie conoscenze in ambito bancario.

Saranno stati ancora piu’ sorpresi  e, magari, irritati  nel ricevere una email dal tono intimidatorio e minaccioso, in cui si sollecitava la compilazione dell’Autovalutazione delle competenze,  che altrimenti sarebbe stata “inviata in automatico al Responsabile”.

Tale Autovalutazione, oggetto di contrattazione da parte dei sindacati firmatari (che, incapaci di contrattare inquadramenti decenti, si accontentano di questi surrogati) , in teoria dovrebbe servire a tarare meglio, sulla base delle competenze possedute, lo svolgimento di ulteriori corsi di formazione  (ricordiamo che ci sono gia’ 30 ore di corso IVASS  e altrettante di corso CONSOB  da fruire entro novembre)

In assenza di compilazione del questionario (facoltativo e non obbligatorio)  le competenze saranno certificate dal proprio superiore o direttore di filiale, che dovra’ anche validare il questionario ove compilato.

Il questionario tocca tutti i punti dello scibile economico-finanziario a livelli accademici: il nuovo superuomo bancario dovrebbe sapere di corporate, alta finanza, marketing, normativa europea e internazionale, psicologia delle vendite, lay out di filiale, e altre cento cose che omettiamo.

Pensiamo che un questionario serio dovrebbe essere tarato sulla storia pregressa del lavoratore e sul ruolo ricoperto, altrimenti serve a poco, se non a certificare che la media dei colleghi è impreparata e priva di conoscenze adeguate ( obbiettivo dell’azienda?)

Il comune bancario, dopo avere messo una sfilza di n.p o, al piu’, base alle varie competenze, attendera’ la convocazione di  nuovi corsi di formazione, che non si sa bene quando potrà seguire: probabilmente da casa, senza riconoscimento alcuno, come troppo spesso avviene per i corsi consueti.

Peraltro la stessa compilazione del questionario è lunghissima: pensano che abbiamo niente da fare, o pensano che anche questo possa essere fatto in straordinario non retribuito??

In realta’,  in questo sistema perfetto (aziendale ed extra-aziendale) che hanno costruito, come nel famoso libro di George Orwell  “1984”, una parola dal significato positivo si muta nel suo contrario e quindi formazione non è detto che faccia rima con evoluzione ed elevazione, ma, magari, con un semplice affastellamento di nozioni ed una diminuzione di salute psichica per il lavoratore.

Questa pretesa di avere un dipendente universale (che sappia tutto ma proprio tutto) ci sembra totalitaria e anche in gran parte irrealizzabile, meglio sarebbe creare per ognuno una specificita’ specialistica e da quella partire ampliandola progressivamente .

Cose di buon senso, basterebbe poco per farle presente all’azienda…o no?

 

CUB-SALLCA Intesa Sanpaolo

 

Le banche ed i nuovi mestieri

 

Vogliamo proporvi  una riflessione sul futuro dei dipendenti e degli agenti di commercio presenti nelle strutture satellite della casa madre Intesa Sanpaolo.

Il 13 marzo è stato votato ed approvato il disegno di legge Europea 2018, che pone  limiti importanti per lo svolgimento di attività di intermediazione.

All’art. 2 del provvedimento, in particolare, si  vieta di essere al contempo agenti, professionisti contigui all’immobiliare e lavoratori dipendenti, specialmente delle banche .

La norma pone qualche preoccupazione rispetto al futuro di ISP Casa.

Noi ci auguriamo che ISP Casa possa proseguire normalmente il proprio lavoro, ma non ci pare lungimirante l’atteggiamento di azienda e sindacati firmatari, che tendono a minimizzare il problema.

E’ evidente che, pur non dipendenti diretti di Intesa Sanpaolo, i colleghi di ISP Casa fanno parte del gruppo e hanno il contratto del credito (seppure complementare).

Non vogliamo fare allarmismi, ma ci pare ragionevole pensare ad una soluzione se le cose dovessero andare nel senso contrario a quello auspicabile. E la soluzione ci pare a portata di mano: esiste già un accordo che consente, a chi lo vuole, di entrare in banca, uscendo da ISP Casa. In caso di problemi, quindi, si dovrà consentire a chiunque ne farà richiesta di potere effettuare il passaggio in Intesa Sanpaolo.

Altra situazione poco chiara è la collaborazione tra colleghi dipendenti Intesa Sanpaolo e agenti ISP for Value (società del gruppo con agenti a partita iva, presenti nelle filiali del gruppo “senza una stanza dedicata e ben delineata” ) .

Infatti, ad un anno dall’esordio della nuova società’ del gruppo, i colleghi di Intesa Sanpaolo (delle filiali imprese che sono a maggior contatto con gli agenti di ISP for Value) ci segnalano di aver sostenuto un corso sulla separatezza e modus operandi  tra le due realtà, manifestando qualche perplessità sul metodo da adottare poiché, nel frattempo, alcune regole dettate dalla separatezza sono state palesemente non rispettate.

Perche’ l’informazione sulle regole da seguire arriva solo dopo un anno?

Seguiremo con scrupoloso interesse la materia e terremo informati i lavoratori coinvolti in queste vicende.

CUB-SALLCA Intesa Sanpaolo

 

CCNL CREDITO: E’ ARRIVATA LA PIATTAFORMA DEI SINDACATI FIRMATUTTO. IL TRUCCO C’E’ E SI VEDE

Apprendiamo dal Sole 24 Ore che dal 3 aprile partiranno le assemblee per il rinnovo del contratto nazionale del credito.

In allegato trovate il nostro commento alla piattaforma dei sindacati firmatutto.

Cercheremo di informarvi tempestivamente sugli sviluppi della vicenda contrattuale. Vedremo se alle dichiarazioni roboanti seguiranno i fatti.

Al momento siamo preoccupati per il consueto tentativo di spacciare per vittorie quelle che tali non sono.

Alla richiesta (anche nostra) di ripristinare il calcolo del TFR su tutte le voci retributive l’Abi ha risposto no. Quello che è stato realmente ottenuto è che un eventuale accoglimento della richiesta decorrerà dal 1 gennaio 2019, ma, ad oggi, il calcolo del TFR continua ad avvenire sulla base ridotta di stipendio, scatti d’anzianità ed importo ex ristrutturazione tabellare.

La conferma del Fondo per l’Occupazione, alimentato da una giornata obbligatoria di ex-festività o banca ore (e dal contributo volontario dei Top Manager) non può certo considerarsi un successo (ce lo paghiamo noi). Nella nostra piattaforma abbiamo chiesto che questo meccanismo possa almeno essere scambiato con il ripristino dell’art.18 per tutte le nuove assunzioni.

Ricordiamo, infine, che abbiamo scritto all’Abi per chiedere di partecipare, al secondo tavolo, alle trattative. Ad oggi nessuna risposta, ma chi sostiene che la Cub Sallca voglia tenersi fuori dai giochi per poter solo criticare prenda nota. La nostra piattaforma, volutamente snella, ma che fissa i principi irrinunciabili delle nostre proposte, la trovate suhttp://www.sallcacub.org/nuovosito/wp-content/uploads/2018/12/linee-guide-per-CCNL-1.pdf

 

CUB-SALLCA Credito ed Assicurazioni

CCNL BANCARI: AGGIORNAMENTO 14 MARZO

 

DA CUB SALLCA
A iscritti/e, lavoratrici e lavoratori

Comincia male il rinnovo del CCNL del credito.

Nonostante i soliti commenti positivi dei sindacati firmatutto (che ormai ci hanno abituati a “vendere” come vittorie gli arretramenti), ci sono due novità entrambe negative.

Il tentativo di riavere il TFR calcolato sull’intera retribuzione (come chiesto anche da noi) è sospeso. L’Abi al momento ha risposto con un secco no, a dimostrazione che quando si cede qualcosa riconquistarlo è complicato.

Viene poi spacciata come vittoria la riconferma del Fondo per l’Occupazione. Ci vuole coraggio a sostenere che sia una conquista un fondo alimentato con il sacrificio (obbligatorio) di una giornata di banca ore o ex festività dei lavoratori ed un contributo economico (volontario) dei manager.

Nella nostra piattaforma avevamo chiesto che il mantenimento di questo meccanismo davvero singolare (per favorire l’occupazione si lavora di più!) fosse legato perlomeno al ripristino dell’art.18 nel settore per i neoassunti. Anche su questo nessun risultato.

Anzi: nel FOC ci sono almeno 140 milioni di euro inutilizzati (in attesa del bilancio definitivo 2018) e bisognerà vigilare che non vada in porto la proposta di usare i fondi per entrare nel capitale di rischio di banche in difficoltà (come ha proposto il segretario generale FIRST per Carige).

Come abbiamo già scritto, siamo favorevoli all’intervento dello stato per le banche in crisi, i sindacalisti dovrebbero occuparsi di altro!

Noi a dicembre le nostre proposte le abbiamo presentate, siamo ancora in attesa che i sindacati firmatutto partoriscano la loro piattaforma.

Approfittiamo dell’occasione per divulgare un contributo al dibattito contrattuale, che condividiamo, tratto da un blog che ospita posizioni di minoranza all’interno della Fisac Cgil. Ci fa piacere che anche tra i sindacati firmatutto ci sia qualche voce critica.

LOST in negotiation

di Aggregazione Agor@

Il rinnovo del CCNL Credito non riesce a decollare, nonostante i sei mesi di prolungamento della scadenza di quello del 2015. Si disse allora che quei sei mesi in più sarebbero serviti a ponderare bene la piattaforma ed essere pronti al rinnovo prima della scadenza del 31/12/2018.
Niente di più sbagliato! Siamo alla fine di febbraio e della piattaforma non c’è traccia. Nel frattempo ABI tiene bloccate le sigle sindacali o meglio, i Segretari Generali, invocando la conferma della riduzione dell’importo del TFR in cambio dello spostamento dei termini della scadenza del CCNL. Eh già, da quelle parti nulla si concede senza scambio e siccome siamo stati così bravi da cadere nel rischio di rinnovo automatico dell’attuale CCNL (conferma dell’esistente senza trattativa), avendo ritardato l’elaborazione della piattaforma, ABI ha buon gioco a concedere l’avvio della trattativa in cambio del risparmio sul TFR.
Ma i problemi non finiscono qui. Ad oggi nessuna sigla pare in grado di presentare una piattaforma compiuta di rinnovo del contratto.
Si possono capire le difficoltà nel comporre proposte del tutto innovative, al passo con il cambiamento dirompente che sta investendo il settore, ma è altrettanto lecito chiedersi perché si è aspettato così tanto ad elaborare proposte, perdendosi in convegni e confronti tra pochi, senza mai mettersi all’ascolto dei lavoratori. Certo se si fosse fatto avremmo dovuto dare precedenza alla soluzione del malessere lavorativo che pervade tutta la rete ed a cui si stanno dando risposte del tutto evasive!
Presentare una piattaforma, arrivare ad un’ipotesi di chiusura del CCNL senza porre le condizioni per un miglioramento delle condizioni lavorative, sarebbe un atto scellerato, che ci allontanerebbe ulteriormente dai lavoratori.
E mentre accade tutto questo la FISAC che fa?
Cade nel tranello della litigiosità tra sigle sindacali, si fa bollare come inaffidabile e marginale da diverse testate giornalistiche, le stesse che qualche giorno dopo ci informano della ritrovata unità sindacale sotto l’ala protettrice dell’unico esponente capace di visione di lungo periodo e cioè il Segretario Generale della Fabi.
Il gruppo dirigente brancola nel buio, tenuto all’oscuro degli avvenimenti e non informato per tempo delle novità. Di ragionamenti collettivi e di mandato del Direttivo Nazionale per la costruzione di un impianto della piattaforma non se ne vede l’ombra. Si fanno lavorare a tempo perso le commissioni contrattuali, spacciando il tutto per grande esercizio democratico e nel frattempo riappare quello che è stato il fiore all’occhiello della FISAC nel precedente mandato: un bel convegno sul contratto e la situazione del settore sotto l’egida del precedente Segretario Generale!!!
Tempi duri, mentre tra un rinvio della scadenza del contratto e l’altro si fa sempre più difficile recuperare il valore pieno del TFR e la stessa valenza del futuro CCNL al 1/1/2019.
E siamo soltanto all’inizio!

https://agorasindacale.blog/

Intesa Sanpaolo: ulteriori problematiche sulle filiali con casse chiuse e sulle ferie comandate.

 

Mano a mano che procede e si allarga l’”esperimento” delle filiali medio/grandi che tengono le casse chiuse, emergono sempre più evidenti le criticità di questo modo di operare e l’intollerabile assenza di regole formalizzate. Inoltre emergono ulteriori problemi per le ferie “comandate” Quindi, siamo tornati a scrivere ai vertici aziendali per denunciare lo stato delle cose e sollecitare iniziative per rimediare.

 

Spett. Intesa Sanpaolo

Al CeoCarlo Messina

Al Responsabile di Banca dei Territori Stefano Barrese

Al Responsabile Sicurezza sul lavoro Dario Russignaga

Al Medico competente Maurizio Coggiola

p.c. alle lavoratrici ed ai lavoratori del Gruppo Intesa Sanpaolo

 

Torino,12-3-2019

Oggetto: Ulteriori problematiche sulle filiali con casse chiuse e sulle ferie comandate.

 

Siamo costretti a tornare sul tema dell’”esperimento” delle filiali di dimensioni medio-grandi che lavorano con le casse chiuse.

Il progressivo aumento delle filiali coinvolte ci conferma che non si può più parlare di esperimento e che non è accettabile che queste modifiche del modello di filiale passino in modo strisciante e silenzioso.

La prima questione è che non è possibile che i clienti delle filiali coinvolte non vengano informati preventivamente con comunicazioni scritte e con il necessario preavviso.

Al contrario, chi entra nelle filiali oggetto dell’esperimento, si ritrova la “sorpresa” ed i colleghi devono spiegare cosa sta accadendo, quasi fosse una loro idea balzana.

Accade sovente che parte dell’utenza reagisca con aggressioni verbali, quando non con insulti, nei confronti dei lavoratori. Il fatto di costringere i clienti che non ne sono in possesso di dotarsi di bancomat, ora a pagamento, è un altro fattore di tensione.

Chiediamo quindi che l’avvio di queste modifiche organizzative sia comunicato in forma ufficiale alla clientela coinvolta.

Oltre a ciò, rinnoviamo la richiesta di aprire un confronto sulle problematiche che il nuovo modello organizzativo determina e sulla necessità di stabilire regole sull’operatività, considerato che su molti aspetti della stessa ogni filiale si comporta in modo diverso.

A fare le spese dell’”esperimento” è soprattutto la clientela anziana, parte della quale non è in grado di gestire le operazioni con bancomat. Capita frequentemente che venga chiesto ai colleghi di fare l’operazione al loro posto, mostrando candidamente il codice segreto.  Allo stesso tempo c’è il rischio di un aumento delle truffe per la cattiva gestione degli stessi codici, per non parlare di quelli che arrivano su cellulari che non sanno usare.

Rinnoviamo, inoltre, la richiesta di superare l’obbligatorietà delle ferie comandate nelle filiali che chiudono nei “ponti”. Emergono ulteriori problematiche per le filiali retail che convivono con le filiali personal, che dovranno farsi carico anche della loro clientela, in permanenza di turni e delle ferie, servirebbe quindi un rafforzamento dell’organico recuperando i colleghi che non intendono fruire di ferie imposte. Stesso ragionamento vale per uffici di sede tra loro collegati, dove le ferie comandate di un ufficio hanno ricadute negative su altri.

Ancora una volta scriviamo a tutte le funzioni aziendali interessate per tutelare la salute dei lavoratori e metterli al riparo dalle conseguenze di errori determinati dall’approssimazione organizzativa e dall’assenza di regole certe e formalizzate.

Segreteria Nazionale Cub Sallca

 

8 MARZO 2019: SCIOPERO GLOBALE

Per il terzo anno consecutivo, la rete internazionale delle donne NON UNA DI MENO si è mobilitata per una giornata di lotta a livello internazionale, in difesa dei diritti delle donne e contro la violenza.

La richiesta di indire lo sciopero nella giornata dell’8 marzo è stata accolta soltanto da parte dei sindacati di base.

Per noi non si tratta di un’occasione per omaggi eleganti, offerta di mimose, parole di condiscendenza e proclami politicamente corretti.

Noi preferiamo stare nella tradizione storica di una giornata proposta, nei primi anni del Novecento, sulla spinta delle prime rivendicazioni femminili socialiste, poi mitizzata nel ricordo di una strage (il rogo in una fabbrica di operaie tessili negli Usa del 1911 con 146 vittime) e infine scelta come data per ricordare l’inizio della rivoluzione russa (la manifestazione delle donne per il pane e per la pace dell’8 marzo 1917 a San Pietroburgo).

Preferiamo stare nella lotta delle donne, che dopo oltre 100 anni, si trovano ancora ad affrontare situazioni simili, in molte realtà produttive del capitalismo avanzato.

In Italia una donna su tre (tra i 16 e i 70 anni) è stata vittima della violenza di un uomo, quasi 7 milioni di donne hanno subito violenza fisica e sessuale, ogni anno vengono uccise circa 200 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex. 420 mila donne hanno subito molestie e ricatti sessuali sul posto di lavoro. Meno della metà delle donne adulte è impiegata nel mercato del lavoro ufficiale, la discriminazione salariale va dal 20 al 40% a seconda delle professioni, un terzo delle lavoratrici lascia il lavoro a causa della maternità.

Lo sciopero è la risposta a tutte le forme di violenza che sistematicamente colpiscono la vita delle donne, in famiglia, sui posti di lavoro, per strada, dentro e fuori i confini.

Con la convinzione piena che non può esserci miglioramento duraturo, se non attraverso una lotta comune, di donne e uomini insieme, lavoratrici e lavoratori, senza distinzione di genere, per una radicale trasformazione del modello produttivo e della cultura dominante.

Invieremo un secondo messaggio con il dettaglio delle manifestazioni in programma per la giornata del “LOTTO MARZO”.

Non prendete appuntamenti… E LEGGETE ANCHE IL VOLANTINO ALLEGATO

Inoltre, si può scaricare un video prodotto da CUB Donne cliccando su questo link

https://youtu.be/O36ZCeJ-gCg